Rapporto Danza e Disabilità

Il mio scopo ormai realizzato, era ed è ancora quello di far inserire i ragazzi diversamente abili in un mondo fatto di musica e passi, facendoli interagire in una società in continua evoluzione in questo settore. E’ importante che i ragazzi con disabilità siano integrati nella società assumendo un ruolo attivo e partecipe nei contesti in cui sono inseriti.

Dopo anni di continuo contatto con le famiglie dei ragazzi disabili ho constatato che alcune di esse sono le prime a non accettare le patologie dei propri figli e sono più ostili nel credere che il ballo li possa aiutare nel fare emergere le proprie capacità.

Tutte le attività promosse dal tecnico/maestro sono tese ad insegnare il rispetto per le persone del gruppo di cui fanno parte e le regole della danza. I primi approcci degli atleti disabili con la danza sportiva devono avvenire in modo semplice e giocoso.

La danza è un attività a portata di tutti. Nel processo dello sviluppo umano il movimento ha contribuito a far si che l’uomo rendesse più facile la sua vita. Tra gli altri aspetti legati alla socializzazione l’uomo utilizzò la danza per festeggiare la nascita di un nuovo essere, il successo nella caccia, per il fuoco , la pioggia che placava la sete ecc.ecc.

Per tutto questo, la storia dell’umanità ci conferma che la danza è stata sempre espressione dei sentimenti e delle necessità degli umani. Definiamo la danza come espressione di azioni corporee e di sentimenti differenti nei momenti particolari della vita.

La danza, in particolare con i diversamente abili, svolge un ruolo principale in quanto le motivazioni intrinseche ed estrinseche risultano essere fonti stimolatrici del comportamento.

Come afferma Noverre ” La Danza serve per mostrare lo stato spirituale ed emozionale dell’uomo, davanti all’impotenza della parola”.

Queste forze interne spingono l’uomo ad eseguire movimenti espressi come dimostrazione delle sue emozioni e necessità.

La danza è fondamentale per esprimere emozioni, inviare un messaggio, dimostrare un atteggiamento davanti alla vita. Si trovano indispensabili forme di comunicazione tra coloro che danzano e chi riceve questa informazione decifrandone il contenuto spirituale e fisico.

La danza, come manifestazione artistica della società e nella sua applicazione terapeutica con ragazzi disabili, ha influenzato due fronti:

Presa di coscienza in alcuni individui e della salute del corpo e dello spirito in altri.

La danza quindi come forma terapeutica psichica e fisica. I disabili sono persone che accusano una forte limitazione nelle proprie funzioni. Una persona disabile può svolgere qualsiasi attività, pur con le sue limitazioni, sviluppando altre abilità che portino alla soddisfazione delle sue necessità fisiche e psichiche quotidiane.

La DANZA consente infatti non solo di acquisire conoscenze e competenze, ma anche di socializzare e maturare comportamenti adeguati tramite l’imitazione e di stimolare la capacità di interagire e di comunicare, in vista di un’autonomia sempre maggiore.

Il mio obiettivo principale è quello di far imparare a conoscere il proprio corpo e esprimere le sensazioni attraverso il movimento in uno spazio libero.

Per facilitare questo percorso uno dei ruoli principali lo ricopre la MUSICA. Essa è molto utile nei miglioramenti dei disturbi provocati dall’ansia e dallo stress ed è anche un’ottima tecnica di rilassamento. È efficace per la riabilitazione nei problemi motori di origine neurologica e nella cura dell’autismo. La musica è capace di attivare il processo di socializzazione migliorando la qualità della vita con effetti calmanti e distensivi o eccitanti e stimolanti, a seconda del genere musicale.

Agisce con il ritmo che incrementa l’attività cardiaca, con il tono e la frequenza di vibrazione, con la melodia che da vita all’immagine lirica ed emotiva, con l’armonia che è l’insieme delle note e degli strumenti e con il timbro, cioè la corposità e la fisicità del suono, che produce vibrazioni sensoriali.